La giusta tensione
Fino a che Roberto non ebbe ventuno anni, io o mio marito fummo
sempre presenti alle sue sedute, che si svolgevano nella nostra casa
di via delle Ruote. Poi, dal 1952, si sono svolte anche in case di
amici intimi: Roberto era ben protetto dal suo Spirito Guida, che di
volta in volta indicava la data in cui poteva svolgersi la prossima
seduta. Dico “ poteva ” perché Roberto è stato sempre lasciato
libero di rendersi disponibile o no. Non potevamo però essere noi a
decidere di tenere una seduta, poiché se ci riunivamo in una data
diversa da quella indicata dalla Guida, non avveniva niente.
Nel 1952 cominciammo a conoscere l'uso del magnetofono: così potemmo
registrare gli insegnamenti e poi trascriverli, distribuendoci tra
noi i dattiloscritti per leggere e meditare i messaggi. Fino ad
allora erano state le entità stesse a ritrascrivere - con la
scrittura automatica - tutti i messaggi orali che ci venivano dati.
L'amica Wanda Carboncini li dattilografava e li distribuiva a noi.
Il magnetofono evitava a Roberto la fatica di rendersi disponibile
per la scrittura automatica.
Da quando Roberto aveva trovato un modesto impiego presso un'impresa
edile, la sua vita si svolgeva tra lavoro, casa, incontri con gli
amici del gruppo e incontri con gli amici della sua età. Era sereno,
allegro, ma non desiderava essere conosciuto come medium da persone
estranee al ristretto gruppo di ascolto. La sua vita di medium era
completamente distinta dalla sua vita di uomo: egli ha sempre
dichiarato di non avere mai avuto particolari intuizioni o
sensazioni o altri fenomeni e di non aver mai provato senso di
antipatia verso qualche persona. E sempre stato molto gentile e
tollerante con tutti. Egli stesso leggeva con molta curiosità e
interesse tutte le cose che per mezzo suo ci venivano comunicate.
I concetti che ci venivano prospettati, sulla reincarnazione, sulla
legge di causa ed effetto, sull'evoluzione della coscienza, sulla
costituzione dei vari piani di esistenza, erano a noi completamente
sconosciuti. Il numero dei partecipanti alle sedute, pur essendo
aumentato rispetto ai primi anni, non andava oltre le venticinque
persone. Perciò ci conoscevamo tutti abbastanza intimamente e posso
dire che le nozioni dei nostri amici su questi argomenti non erano
molto più vaste di quelle di noi familiari.
Solo molto più tardi conoscemmo i libri della teosofia e grande fu
la nostra gioia nel constatare che quello che sapevamo dalle nostre
Guide corrispondeva in pieno a ciò che quei libri divulgavano. Ma il
fatto che queste verità erano già state divulgate dalla teosofia o
da altre discipline, non diminuisce l'importanza che le
comunicazioni medianiche hanno avuto per noi. Infatti, se non
fossero avvenute, noi non ci saremmo mai interessati di quegli
argomenti che aprono uno spiraglio sull'esistenza di una diversa
realtà.
Eravamo tepidamente religiosi, perché certi dogmi del cattolicesimo
non ci appagavano, perché certe nostre domande non avevano trovato
risposte soddisfacenti. Ora invece tutto ci era più chiaro e nella
spiegazione di certi “ perché ” avevamo ritrovato la giusta tensione
per indagare sempre di più sulle cose dello spirito.
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