Un ricordo
dolcissimo
Durante questi ultimi anni di intensificata attività medianica,
abbiamo pubblicato altri due libri: l'uno nel novembre del 1982 dal
titolo "Le grandi verità", l'altro nel novembre del 1983 dal titolo
"La voce dell'ignoto", corredato da tre cassette con la voci dei
sette Istruttori del Cerchio.
Nel volume "Le grandi verità" ha riscosso un particolare successo la
parte curata dall'amico Pietro Cimatti, in cui egli ha riportato
molte domande che i partecipanti alle sedute hanno rivolto a
Francois, ottenendone chiare ed esaurienti risposte. Saputo di
questo successo, Roberto aveva pregato Cimatti di inserire un'altra
serie di risposte di Francois nel volume che avrebbe contenuto i
messaggi del 1982-1983. Purtroppo, in questo volume lo spazio che
dovevamo dedicare a Francois è stato preso dalle note biografiche di
Roberto; ma il progetto è solo rimandato.
Il settimo volume del Cerchio, interamente curato da Pietro Cimatti,
sarà il libro di Francois con le sue risposte sagge e pazienti a
tutte le nostre domande più disparate; risposte che da sole
costituiscono un corso “ accelerato ”di verità esoteriche.
Certo, sarà duro abituarci. a fare a meno delle conversazioni con
Francois, degli insegnamenti dei Maestri, delle riunioni con la
rassicurante presenza di Roberto, quelle riunioni che credevamo di
continuare ancora per tanti anni.
Ora che ripenso a quello che è stato, mi sembra impossibile che non
mi sia mai venuto il sospetto che Roberto potesse lasciarci. Io, che
non avevo mai prestato molta attenzione agli oroscopi, avevo creduto
in quelli che gli affettuosi amici astrologi avevano fatto per lui:
tutti concordemente dicevano che Roberto sarebbe guarito. Ma forse
tutto questo ottimismo veniva indotto proprio perché non creassimo
intorno a Roberto un'atmosfera di tristezza, che lui certamente
avrebbe captato. Francois Broussais come medico aveva una sua
teoria: il malato, anche quello che può sembrare il più preparato,
non deve mai conoscere la gravità della sua malattia.
E le analisi continuavano ad essere buone: tuttavia i medici che lo
seguivano avevano capito che stava delineandosi ormai chiaramente
quel tipo di sclerosi che non si vede dalle analisi, ma che è
inesorabile.
L'ultimo aiuto che ha potuto avere Roberto è stato quello di
trapassare così dolcemente prima che il suo fisico sì distruggesse
ulteriormente. Non è stato mai un giorno intero a letto: fino
all'ultimo ha ricevuto gli amici più intimi seduto nella sua sedia a
rotelle, sempre ordinatamente vestito, ché non si e mai permesso di
ricevere in pigiama o in vestaglia.
Nell'ultima riunione del 25 febbraio a casa sua, voleva che
chiedessimo alle Guide il permesso di riprendere la
materializzazione dell'apporto in formazione con la sensibilissima
telecamera che Corrado aveva appena comprato: “ Così potrei vedere
qualcosa anch'io ”, diceva speranzoso. Ma quel sabato le entità non
si sono presentate.
La mattina del 29 febbraio alle 8,40 Corrado lo ha chiamato,
meravigliato che dormisse ancora. Era in posizione rilassata,
serena, gli occhi chiusi: non si è piu' svegliato fra noi!
Con l'amata voce di Roberto, tante altre voci si sono spente. Addio
dolce Dali, volitivo e sapiente Kempis, mistica Teresa, severo
Claudio, Fratello Orientale dalla voce musicale, convincente
Veneziano, favoloso Michel dai magici doni, gioiosa Lilli, cortese
Alan, e tanto tanto gradito amico Francois! Era dolce riunirci per
attendervi, ma avremmo rinunciato volentieri alle vostre voci amiche
pur di avere Roberto con noi ancora per tanti anni. Ma sano, sereno,
pago di avere svolto il suo compito.
Invece tutto insieme si è taciuto. Ora è il silenzio! A tutti gli
amici che l'hanno conosciuto rimane il ricordo di Roberto come uomo,
sempre disponibile ma riservato, dolce ma fermo nei suoi principi,
sorridente ma con un fondo di malinconia nello sguardo, modesto ma
pieno di dignità, sincero ma sempre attento a non ferire.
Io ho il ricordo dolcissimo e struggente di un fratello tenero,
affettuoso, comprensivo, a cui sono stata profondamente legata prima
da un affetto quasi materno, poi dalla comune esperienza e interesse
per le vie di conoscenze che la sua medianità ci donava.
Sono conscia del fatto che cento, mille Kempis e Dali e Lilli e
Roberto, spunteranno in ogni parte d'Italia: ma non ce ne vogliate,
amici spiritisti, se vi diciamo che per noi - stretti congiunti e
amici intimi di Roberto - le comunicazioni medianiche hanno assolto
il compito per il quale esistono, che è quello di risvegliare il
nostro essere interiore.
Ora vogliamo andare avanti da soli, con l'immenso bagaglio degli
insegnamenti avuti in questi anni e con la certezza che Roberto e
tutti gli amici disincarnati sono con noi. Non possiamo pretendere
di proseguire un dialogo che era giusto avesse un termine: un
dialogo che ci ha profondamente arricchiti e per cui non
ringrazieremo mai abbastanza Chi lo ha voluto per noi e chi si e'
reso docile strumento per tutta una vita, senza mai chiedere nulla
per se stesso.
Indietro
Indice
|