Tanto amore
Roberto continuava ad andare in ufficio, ma il pomeriggio era libero
e riceveva gli amici e coloro che volevano conoscerlo. La sua
malattia, anziché chiuderlo in se stesso, lo aveva reso ancora più
disponibile verso gli altri. Prima credeva che alle persone
interessasse incontrarlo solo quando era in seduta o che
interessassero solo i messaggi delle entità. Ma le persone che
riceveva in casa gli dimostravano il loro affetto e gli dichiaravano
che per loro era estremamente importante conoscerlo anche come uomo
e che dalla conversazione con lui si sentivano rasserenati. Caro,
caro Roberto! Venivano a raccontare le loro pene ed egli aveva
parole incoraggianti per tutti e non parlava mai delle sue pene.
Poiché il numero delle persone che desideravano entrare in contatto
con noi aumentava sempre, dall'aprile del 1980 cominciammo a tenere
una riunione pubblica mensile a cui intervenivano anche persone
provenienti da fuori Firenze. Era commovente pensare che facevano
chilometri e chilometri in treno o in macchina per sentire i
messaggi registrati e per avere un dialogo con noi. Roberto era
sempre presente, seduto in mezzo agli altri: avrebbe voluto poter
invitare tutti insieme ad una seduta; e per tre volte è avvenuto
l'incredibile! E andato in trance nella sala pubblica che ci
ospitava, e Francois si è manifestato dando chiarimenti o
spiegazioni e rivolgendo parole di affetto a tutti i presenti.
Nel marzo del 1981 presentammo il nostro terzo libro Per un mondo
migliore con la prefazione di Pietro Cimatti, che era diventato
grande amico di Roberto fin dal loro primo incontro nel giugno del
1980. Erano presenti il caro e compianto amico prof. Giulio Cogni,
la dott.ssa Paola Giovetti e, oltre a Pietro Cimatti stesso, il
nostro editore Gianni Canonico. Con la pubblicazione di questo
libro, altre persone si aggiunsero alla schiera di quelle che
desideravano incontrarsi con noi. Furono escogitati diversi
espedienti per accontentare il maggior numero possibile di coloro
che apprezzavano questo messaggio. Quante volte Pietro Cimatti,
nelle sue telefonate delle 23 alla radio, ha rivolto domande a
Francois, che, tramite la disponibilità di Roberto in trance,
rispondeva con grande saggezza a quesiti esistenziali! Altre volte,
gruppi di amici di Torino, di Brescia, di Lamezia Terme, dopo le 22
chiamavano Roberto al telefono e ponevano domande sugli
insegnamenti.
Io non credo che altri medium abbiano mai potuto rendersi
disponibili a tutti come Roberto: e così disinteressatamente, solo
per dare gioia e speranza...
Ormai dal febbraio del 1981 Roberto si muoveva solo con la sedia a
rotelle e continuava ad andare in ufficio accompagnato in macchina
da Corrado. Veniva nella mia casa di Ceppeto per incontrarsi con la
mia mamma che non si dava pace di vederlo così: in quell'occasione
ci riunivamo - noi tutti amici più intimi - nella stanza che era
stata teatro di meravigliose serate. E ancora speravamo che un
giorno tutto potesse ricominciare come prima. Roberto continuava a
curarsi, le analisi erano ancora buone e la speranza non ci
lasciava.
Nel luglio del 1981 la nostra cara, dolce, adorata mamma ci lascio
improvvisamente, senza soffrire. Come mi sembrava vuota la mia casa
adesso! Roberto non veniva quasi più perché, sempre più limitato nei
movimenti, fuori di casa sua non si sentiva a suo agio. Purtroppo
anche Corrado negli ultimi tre anni era peggiorato del suo diabete e
diverse volte era andato in coma. Tanti cari amici da tempo avevano
cura di loro e non li lasciavano mai soli: vorrei ricordarli tutti
ad uno ad uno. Roberto ha dato molto amore, ma ne ha anche ricevuto
tanto!
Probabilmente, come ogni essere umano, Roberto è apparso diverso a
ognuno di coloro che lo hanno avvicinato, ma ciascuno non può non
aver rilevato quel suo profondo rispetto degli altri che era una
caratteristica del suo essere. Il miracolo di cui era strumento non
cessava mai di stupirlo, ne' l'abituava allo straordinario tanto da
fargli accettare tutto senza il vaglio della sua ragione.
Per gli amici che non conoscevano le sue doti medianiche era un
sereno compagno che sapeva essere sempre presente con il suo
benevolo humor e la sua disponibilità. Rispettoso dei propri impegni
a livello sociale, non sfuggiva - nell'ascesi - il suo essere uomo e
cittadino, sì che ai colleghi di lavoro risultava un amico capace di
assolvere i suoi impegni senza spirito di rivalità né ambizione. Per
noi familiari e' stato un punto di riferimento insostituibile, una
presenza confortante e piacevole che suscitava e irradiava un amore
incondizionato: e senza questa presenza tangibile la vita ci appare
meno bella!
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