Il Primo libro
Nel 1969 mio figlio Gilberto si laureò in architettura: da tempo
lui pure seguiva le nostre sedute ed anche per lui gli insegnamenti
erano stati determinanti. Per sua stessa ammissione il fatto di
avere sempre sentito parlare in casa di problemi trascendentali, di
avere seguito fino da bambino le nostre conversazioni con gli amici,
fece sì che giunto all'età in cui molti giovani, non trovando
risposte soddisfacenti ai loro molti “ perché ”, rifiutano in blocco
l'insegnamento religioso e si dichiarano atei, egli non avesse
questa fase di smarrimento. Anzi aveva cercato sempre di trasmettere
ai suoi amici, in animate discussioni, quella chiarezza interiore
che egli aveva raggiunto proprio attraverso queste conoscenze. Molti
dei suoi amici divennero amici di Roberto: Serenella, Amalia,
Sergio, Giovanni, Emilio, Antonio.
In quegli anni le sedute si tenevano in casa di Nella Bonora. Nel
1973 stampammo privatamente il libro “ Sintesi”, sempre riunendo
tutti i messaggi avuti e trascritti fedelmente, parola per parola,
da Nella Bonora. I Maestri scartarono qualche pagina, ma
nell'insieme si può dire che i vari messaggi furono lasciati nello
stesso ordine cronologico, quasi come una raccolta di dispense
universitarie.
Nel frattempo, alcune altre persone erano venute in contatto con
noi, ma devo dire che in fondo il gruppo era piuttosto contrario ad
ammettere persone nuove, poiché con le loro domande un po'
elementari - o a volte solo curiose del fenomeno in sé - ci
impedivano di andare avanti con l'insegnamento che adesso era a un
livello molto alto. Consigliavamo perciò alle persone che
desideravano assistere di dare una scorsa ai nostri libri, in
maniera di sapere su che cosa vertevano i colloqui. Ma forse anche
fra noi erano pochi quelli che si erano resi conto di essere di
fronte ad un insegnamento quasi unico. Così, quando avemmo la
manifestazione di quel Guru vivente che ci rimproverò di tenere per
noi queste verità (descritto a pag. 35 del nostro libro Dai mondi
invisibili) pensammo di aprire anche ad altri la possibilità di
conoscere queste comunicazioni. Sì, è vero, nei primi anni ci era
stato detto di tenere per noi queste esperienze, ma erano trascorsi
27 anni dalle prime sedute e forse qualcosa era cambiato...
Ed ecco che il 9 maggio 1974, durante una bellissima seduta, Kempis
ci rivolse queste parole:
“ . . .Voi siete testimoni di questi colloqui, voi vedete ed
udite cose che altre creature hanno cercato per tutta un'esistenza
senza mai raggiungere... Voi che avete fatto una specie di abitudine
all'inconsueto, al fenomeno, al fatto straordinario al di fuori
delle leggi consuete della natura, dovete chiedervi, a questo
momento, che cosa fate. Veramente il timore di parlare di spiritismo
- e perciò posti in un certo senso in berlina - è la ragione vera
che vi fa essere cauti e prudenti nei riguardi dei vostri simili? O
non è piuttosto una forma di pigrizia, di non volersi impegnare, di
non volersi adoperare? Poiché si è parlato del Cristo, questa sera,
viene alla mente una parabola: la parabola dei talenti che forse
bene si adatterebbe a taluno di voi. Pensate: questi studenti,
laureati, studiosi, giovani in genere che hanno una preparazione,
che hanno visto e toccato con le loro stesse mani questi fenomeni,
udito questi insegnamenti, che possono scrivere, fare degli
articoli, perché non lo fanno? Noi siamo stati sempre contrari alle
forme di organizzazione e confermiamo questo: ma ciascuno,
singolarmente, per propria parte, parlando senza citare la fonte,
con tutte le cautele del caso - che non debba mettersi in ridicolo -
quante volte potrebbe parlare ad un suo vicino ed aiutarlo e non lo
fa? Ma perché non lo fa? Qualunque sia la ragione è una ragione
errata, credetelo, fratelli ”.
Allora non avemmo più dubbi: per mezzo della signora Zoe Alacevich
inviammo i nostri tre libri al Centro Informazioni di Parapsicologia
di Napoli - diretto dal prof. Giorgio di Simone - ricevendone una
lusinghiera recensione. Incoraggiati, incominciammo a scrivere
articoli e li inviammo alla rivista “ Gli Arcani ” di Milano, che li
pubblicò dal 1974 al 1977. Descrivevamo come avvenivano gli apporti
- ormai ne avevamo ad ogni seduta -in quali occasioni avvenivano,
raccontavamo aneddoti di identificazioni spiritiche: ma riuscivamo
anche ad includere brani d'insegnamento e lo strano è che proprio
quelli colpivano l'attenzione dei lettori della rivista, che
inviavano lettere di simpatia e richieste di sapere di più su questo
insegnamento.
Intanto avevamo dovuto dare un nome al nostro gruppo, tanto da poter
catalogare come provenienti dalla stessa fonte i messaggi ed i
fenomeni di cui parlavamo. Il primo articolo era stato inviato
nell'estate del 1974, nel periodo in cui non c'erano sedute e non
potevamo chiedere alle Guide come chiamarci. Per una serie di motivi
decidemmo di chiamare il nostro gruppo “ Cerchio Firenze 77 ”. Il
sette è il numero fondamentale del modulo del nostro cosmo - cosi ci
avevano detto le Guide -; Roberto, Luciana, Cerchio Firenze sono
parole di sette lettere, il nostro cognome è Setti, noi cinque della
famiglia siamo nati in giorni col numero sette: Roberto il 7
novembre, Ruggero il 27 settembre, la mamma il 17 gennaio, il babbo
il 17 luglio. Inaspettatamente, poi, il nostro primo libro - edito
dalle Edizioni Mediterranee -è uscito nel novembre del 1977. La
medianità di Roberto è durata 37 anni e nove mesi.
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