Vorrei dedicare queste pagine al Maestro Dali che nel Febbraio del
1984, prima del trapasso del medium Roberto Setti, in una delle ultime
sedute suggerì, per chi desiderasse farlo, uno scritto sulle
esperienze vissute al Cerchio. Ciò poteva servire, quale
testimonianza, per coloro che in seguito avrebbero letto i libri dei
Maestri che tale avvenimento era davvero accaduto.
Per me l'aver avuto la fortuna di poter assistere alla sedute, sentire
la voce suadente di Dali, quella tuonante ed in certe occasioni dolce
di Kempis, la cantilenante, amorosa del Fratello Orientale, di quella
di Claudio che insisteva sul conosci te stesso, unica cosa che ci era
stato consigliato di fare poiché di tutto l'insegnamento solo questo
ci era stato chiesto di applicare e posso, a tutt'oggi ringraziarne
l'Altissimo per l'utilità che questo conosci te stesso apporta e non
tanto per una evoluzione sperata che, se fatto con tale intento non
approda certo ad alcunché, ma se applicata con la pura intenzione di
conoscersi evidenzia le nostre limitazioni e quindi la possibilità di
superarle.
Prima di conoscere le verità dei Maestri non ero soddisfatta della
vita, le ingiustizie che vedevo non mi conciliavano certo con quel Dio
che la religione spiegava, domandavo spiegazioni sul perché questo Dio
permetteva tanto dolore, mi fu risposto che non potevo indagare le
ragioni della divinità! ma se me lo chiedevo, pensavo, una risposta
doveva pur esserci!
Ho cercato altrove risposte coerenti dentro me sentivo una forte
spinta verso la trascendenza ma non mi tornavano le cose che
comunemente sentivo dire. La questione del dolore poi la ritenevo
insostenibile: perché mai una creatura di pochi mesi, anni doveva
soffrire, morire senza aver commesso peccato alcuno, se non quello di
avere la sventura di nascere in paesi del terzo mondo decimati dalla
miseria, dall'ignoranza, dalle malattie e dalla fame?
Nel leggere di altre religioni trovai, in quella orientale, molte cose
che mi tornavano, in più
essa predicava la reincarnazione ma mi sembrava non del tutto
convincente che un uomo dovesse, per punizione reincarnarsi in un
animale. Ed ancora si presentava alla mia mente il concetto di un Dio
iroso, e non misericordioso come mi aspettavo da un Dio con gli
attributi che esso deve avere ossia di assoluto e quindi onnipresente,
immanente, ecc. ecc.
Ma che esperienza sarebbe stata quella? Cosa mai avrebbe capito
dell'errore commesso un animale? E perché poi la punizione quando la
natura di un essere è quella che è, e da sola non può certo andare
avanti di un passo nel suo percorso evolutivo senza un minimo di
consapevolezza? . Vi era inoltre la mentalità, la “caratterialità”
orientale a cui io, ben piantata nell'occidente non ero portata,
predisposta a passar giorni a gambe incrociate a meditare. Con questo
non voglio certo denigrare e gettare al vento tutta la filosofia
orientale della quale mi inchino umilmente per le grandissime
intuizioni e profondità
concettuali, sto solo parlando di me del mio atteggiamento in quel
tempo, riguardo la meditazione.
Fu una mia amica, Milena che parlando appunto di questi argomenti mi
disse: “voglio darti un libro. E' un ciclostilato di sedute medianiche
riprese dal registratore e quindi il contenuto è fedelissimo a quanto
viene detto. Vedrai ti interesserà”.
E proprio in quel libro trovai le risposte a quanto cercavo. Mi
sembrava miracoloso che quanto stavo leggendo rispondesse così
chiaramente ai miei dubbi. Chiesi se potevo assistere ma eravamo negli
anni dell'alluvione a Firenze, il 1966... Il medium in quel periodo
era rimasto turbato dagli eventi e le sedute erano state sospese
temporaneamente.
Avrei intanto cercato di assimilare questo primo libro,
ripromettendomi di sperare in seguito di potermi avvicinare al
Cerchio, che ancora non così si faceva chiamare poiché la definizione
"Cerchio Firenze 77" fu data per ragioni logistiche al momento della
divulgazione dei libri, nel 1977, nome che serviva all'Editore per la
loro pubblicazione.
Quel testo era diventato talmente prezioso che non esitai a riprodurlo
a macchina per averne una copia tutta per me. Le parole dei Maestri mi
pareva che entrassero in me come se le avessi in qualche modo già
conosciute ed in quel momento ritrovate. Quanto vi era scritto nei
suoi contenuti lo ritenevo vero, logico, atteso.
Venni a sapere che vi era un seguito a quel libro che era stato
intitolato "Incontri", così mi feci coraggio e scrissi una lettera
alla Sig.ra Bonora che sapevo ospitare in casa sua le sedute del
Cerchio. Avrei potuto intitolarla "Io sono una di quelle", poiché nel
libro pubblicato a loro spese dai presenti alle sedute, Dali, la Guida
Spirituale diceva: “se anche una sola persona fosse beneficiata da
queste nostre parole, ciò avrebbe valso il loro intervento”.
Non attraversavo certo un buon momento, era il 1971 e da poco avevo
perduto mio padre ed a mia madre era stato diagnosticato un tumore. In
quella lettera, ricordo quanto intensa fosse la mia inespressa
emozione tanto ero commossa. Chiedevo di poter avere una copia in
prestito del secondo libro da essi pubblicato visto che il primo mi
aveva entusiasmato e, non poco, aiutato. Dopo meno di una settimana la
Sig.ra Bonora mi telefonò dicendomi di recarmi da lei che aveva un
messaggio per me da parte di Dali.
Non ho parole per esprimere l'emozione che provavo nel suonare il
campanello di Via Doni dove abitava la Signora e quando venne ad
aprirmi avevo il cuore il gola. Molto discretamente mi fu data una
busta chiusa che freneticamente aprii. La lessi in un sol fiato e devo
confessare che tutta non la capii al momento. ma dopo la firma di Dali,
una scrittura tremante si rivolgeva a mia madre chiamandola non col
suo vero nome ma come solitamente veniva chiamata da mio padre: "Mira,
Mira ti proteggerò" ed era firmata "Nino".
Infatti era lui che rivolgendosi a mia madre con quella sua
caratteristica protettiva, aveva voluto manifestare il suo amore, la
sua testimonianza e la sua sopravvivenza. In quello scritto non capii
immediatamente ripeto, la profondità del suo contenuto, ma in realtà,
nel corso degli anni (e da allora sono passati ben quasi 38) quelle
parole contenevano tutti i passaggi della mia vita, esistenziali,
emotivi e spirituali. Devo pure confessare che al momento il mio"io"
ebbe come una delusione: mi sarei aspettata parole consolatrici alla
mia vita così tormentata, lenitrici alla tanta sofferenza provata;
invece, le parole del Maestro, da vero Maestro qual è furono
d'incentivo e di stimolo alla vita ed al mio percorso spirituale, con
indicazioni che via via nel tempo ho potuto verificare essere esatte.
Non potevo capire allora il percorso della mia vita, ma solo man mano
che essa andava svolgendosi...
Questo primo approccio mi permise in seguito,di poter assistere ad una
seduta come "osservatore", così in quegli anni venivano chiamate le
persone che per la prima volta assistevano ad una seduta medianica del
Cerchio e la felicità di potervi assistere può
essere facilmente compresa!
Ero emozionatissima. La Signora Bonora mi fece accomodare in una
piccola sedia in prima fila, affinché, disse, potessi vedere bene
quello che accadeva. La stanza non era grande, un salotto arredato con
buon gusto in una bella abitazione di Via Doni a Firenze.
Osservavo con interesse i partecipanti che erano numerosi ed
affollavano il piccolo spazio dove erano collocati posti di vario tipo
per sedersi, fra queste anche una panca non molto, mi parve, comoda
poiché le tre signore che vi sedevano non avevano certo l'aria di
esser rilassate stando in bilico sul sedile così poco profondo, ma in
tutti, notai una grande cordialità compresa quella del medium Roberto
che mi accolse con un gran sorriso! Come era bello! Ma devo dire che
anche tutte le persone in quel salotto mi parvero molto piacevoli e
fra me pensai che dovevano essere dei veri santi per avere la fortuna
di assistere da tempo,a quella meraviglia di parole, di concetti così
sublimi.
Prima di iniziare la seduta fu riletta la lezione da Corrado De
Cristofaro, attore e dicitore della Rai e devo dire che la sua bella
voce, rendeva veramente omaggio a quella dei Maestri che avevo avuto
la possibilità di udire attraverso il registratore, che a quel tempo
era a nastro. Dopo la lettura gli astanti si misero a discutere la
lezione con molto interesse e, malgrado confesso, non capii molto
poiché i concetti erano altamente filosofici, notai molta
partecipazione da parte di tutti. Dopo vidi che il Medium si tolse
l'orologio e l'anello che portava al dito. Qualcuno mi suggerì che
questo era il segnale che Roberto, il Medium sarebbe andato in trance.
Ascoltai attentamente ogni parola, ero emozionatissima, ma con la
mente ben attenta a carpire ogni minima parola. Fu Dali, con una voce
dolcissima che salutando tutti i presenti iniziò la serata con una
bellissima introduzione che come al solito ci permetteva, di aprire i
nostri cuori e le nostre menti al miracolo: Voglio qui di seguito
citarne alcuni brani: "La pace sia con voi e con tutti gli uomini,
figli cari: eccomi qua nuovamente in comunicazione: Noi proseguiamo la
nostra opera fra voi, e
vogliamo vedere, o figli che voi comprendete le nostre parole. Quello
che noi vi diciamo è accompagnato da certi fenomeni, questi fenomeni
sono per voi e per altri: Essi rappresentano una specie di garanzia
-non voluta dare, ricordatevi questo, non voluta dare- apparentemente
per voi: Ma quello che è importante ed essenziale è tutto il fenomeno
nel suo insieme per ciò che può significare nei vostri riguardi, nel
vostro intimo.
Avere le idee chiare in un mondo confuso, è avere acqua in un deserto.
Avere la certezza, nella negazione è avere un'àncora nella tempesta.
Avere chi può consolarci quando occorre, senza fare di queste parole
unico e solo scopo di consolazione è essere in contatto con la Realtà
"
Devo dire che rileggendo queste parole l'emozione mi sale ancora nel
petto e, "questi fenomeni sono per voi e per altri" mi dà la conferma
di quanto importante possa essere , per quelli che sono venuti e per
quelli che verranno, che si accosteranno a questo
insegnamento, poter dire, leggere: questo è vero, ed è pure stato
detto per noi...
La lezione continuava con Kempis, con quella sua voce imponente e
sicura, parlando del sentire, ribadendo il loro sistema così moderno
nell'aver sin dall'inizio gettato tutte le basi del loro insegnamento,
seminando qua e là una Verità, per permetterci di coglierla,
elaborarla, accostarla ad altre ed infine discuterla.
"I centri di "sentire" nell'esistente sono due: l'Assoluto, cioè l'Uno
ed i microcosmi, cioè i molti nell'Uno. Ma questa distinzione è
illusoria è una distinzione di comodo ed è valida nella misura in cui
si comprende che essa non esiste".
Naturalmente Kempis dovendo spiegare a noi umani, appartenenti
all'illusione del tempo concetti che sono avulsi dal tempo non poteva
che darcene spiegazioni -punti di passaggio-. Ma mi preme accennare
che in questa lezione del Marzo 1973 già Kempis accenna alla
"creazione-percezione" del sentire, lezione con tale titolo, poi
spiegata largamente negli anni 1980. Non voglio dilungarmi certamente
sui concetti filosofici di Kempis che, per questo ci sono i loro libri
editi dalle Edizioni Mediterranee e da Dali stesso corretti e quindi
facenti fede a quanto nelle sedute espresso, ma Kempis appunto
chiudeva la lezione con voce meno tonante ma divenuta al contempo
dolcissima "...quando vorrete capire e capirete la natura del sentire
individuale, sapendo che questo non vi aiuta a comprendere la natura
del Sentire Assoluto, del tutto diversa, allora sarete nel vero,
perché liberi dall'illusione del divenire, comprenderete l'Eterno ed
Infinito Essere"...
Dali concludeva la seduta e...con mia immensa sorpresa e gioia si
rivolse a me, dicendo che mi conosceva e che sarei potuta tornare in
seguito. Ma l'insegnamento era andato molto avanti ed io, così come
aveva suggerito Dali in precedenti sedute, per poter seguire il loro
insegnamento avrei dovuto aggiornarmi. Cosa che naturalmente e con
somma gioia mi apprestai a fare.
Tra i presenti, scorsi un signore, magro, esile, poteva avere circa 60
anni, ma non ne ero certa, la sua voce era pacata e l'avevo sentito
intervenire, prima della seduta, con molta saggezza: Dalla sua persona
emanava un senso di serenità mischiato ad una fermezza d'animo
inconsueti. Era non vedente. Mi accostai a lui presentandomi e mi
proposi di accompagnarlo. Egli acconsentì e da allora, nacque
un'amicizia straordinaria che sempre conserverò con molto affetto nel
mio cuore. Voglio intrattenermi per dire di questa persona
straordinaria che, malgrado la sua invalidità ha vissuto come se non
gli appartenesse. Si chiamava Salvatore D'Isidoro, gestiva un
negozietto di merceria nel centro di Firenze,
nella Via Mezzetta vicino alla P.za Santo Spirito. Lì, in quei
pochissimi metri quadrati giostrava tutta la sua vita, direi
sopratutto spirituale dato che il suo commercio era sì il suo lavoro
ma per aiutare i bisognosi che si presentavano al suo negozio,
nell'ascoltare costantemente le sue radio che malgrado accese in due
diverse stazioni, riusciva a prestarvi orecchio e seguirne
attentamente gli eventi . E se in qualche stazione locale udiva che un
bisognoso aveva desiderio di qualcosa, ecco che egli provvedeva a
farla pervenire. Che dire poi di qualche drogato che si presentava
disperato a chiedere e che, ne riceveva più di quanto potesse
aspettarsi trovando in quest'uomo non solo il denaro ma, e sopratutto
la buona parola, la comprensione data con tanto amore che taluno, ne
restava colpito profondamente e tornava a trovarlo, ascoltarlo. Chissà
se il loro cammino sarà cambiato! ma egli non lo diceva né lo avrebbe
mai detto tanto era la sua modestia.
Ero io, che frequentando il suo negozietto, mi accorgevo di questa sua
enorme disponibilità. Certo era così duttile, ingegnoso da riuscire a
gestire un negozio di merceria, profumeria assieme a molteplici altri
prodotti quali bottoni, fili, lane, cotoni, nastri, aghi, calze ti
ogni tipo e colore, così come della profumeria poteva sembrare
impossibile, ma egli con una pazienza e capacità immisurate riusciva a
catalogare, prezzare in braille scrupolosamente tutto con minuziosa
precisione. Così, scatole e scatoloni si allineavano fino al soffitto
ed un buon odore sprigionava da ogni lato della stanza e persino dai
suoi registratori a nastro dove mi faceva ascoltare le sedute
registrate dei Maestri per mettermi in pari con la Sapienza diceva! Ed
in quei momenti il profumo si faceva ancor più insistente....Chissà...il
registratore vecchio che si surriscaldava? Comunque l'atmosfera che si
creava era magica. Egli si guardava bene dal praticare prezzi esosi
della sua merce, ma anzi, chiedeva il "giusto", asseriva, ed era una
misera percentuale, perché a lui bastava poco per vivere e quello che
gli avanzava lo dava a chi ne aveva necessità.
Ricordo che una sera volle venire a trovarmi, attraversando mezza
città per soccorrermi dalla pena di avere mia madre che stava male. Un
profumo intenso di rose iniziò sin dal fondo delle scale che stava
salendo, per protrarsi, per qualche secondo, pure dentro casa.
Inutile dire che sia per le scale, oscure e prive di finestre delle
scale sia nella mia abitazione non vi erano rose. Questo delizioso
odore precedeva ed accompagnava
sempre l'entità di Teresa ed il medium quando incorporava questa sua
presenza era sempre il levitazione.
D'Isidoro ha pure voluto darci prova della sopravvivenza quando al
momento della sua dipartita, nella casa di un suo caro amico, col
quale si erano messi d'accordo in vita, fece suonare dei campanellini
in piena notte, tanto da svegliare l'amico il quale guardando l'ora
vide che erano le tre del mattino: D'Isidoro in quel momento era
ricoverato in ospedale poiché non stava bene....ed io stessa chiedendo
ho potuto constatare che il momento del trapasso era quello.
Ho avuto così tanto spiritualmente da questa meravigliosa occasione di
frequentare le sedute del Cerchio fino al 1984 data del trapasso di
Roberto Setti e di tanto ringrazio lui, nostro medium che con estrema
umiltà e dedizione ha vissuto la sua vita in funzione di questa sua
missione, e come non ringraziare l'Assoluto e i Maestri non solo per
il lato spirituale ma anche per la conoscenza data che non poteva che
condurre ad una trasformazione del mio essere e quindi ad un modo di
vedere la vita, gli altri e me stessa in modo diametralmente opposto a
prima, a togliermi tutti gli scheletri dall'armadio, non sentire più
rancori verso anche chi (oggi posso affermare “apparentemente”) ho
avuto dei contrasti, incomprensioni, sofferenze, poiché questo
insegnamento, essendo logico-consequenziale non fornisce dettami da
seguire, ma spiega la realtà in modo da comprendere profondamente sia
noi stessi, sia gli altri che il mondo che ci circonda, mondo con le
sue leggi cosmiche di cui ognuno è parte integrante e sempre più
consapevole; ripeto: ognuno è parte integrante della grandezza della
Vita e dell'incommensurabile, Eterno Essere Assoluto che è Amore.
Ebbene non solo di grandissimi doni spirituali è stata coronata questa
mia esperienza, ma anche di doni relativi alla vita terrena, infatti
proprio nel Cerchio conobbi mio marito, Loreno Landi e la nostra
unione fu pure “benedetta” dal profumo di violette che inondò per
tutto il pranzo di nozze la sala del ristorante, superando in
intensità gli odori della cucina.
Infatti il profumo di violette veniva a intense folate che inondava,
con molta discrezionalità, solo verso le persone presenti del cerchio.
Lascio immaginare quanta commozione e gratitudine sentimmo per questa
insolita presenza che era stata pure accompagnata da un apporto che
Dali stesso volle consegnarci personalmente durante una seduta
precedente il pranzo di nozze. Si tratta di una lucernina mignon, in
ottone, perfetta nel suo insieme, per noi una simbolo molto
significativo: la lampada del focolare e forse, in seguito molto di
più. Essa ha pure nel suo apice la forma di un cuore, rivolto verso
l'alto. La lucernina che ancora conservo con amore, profumava
intensamente di violette e conservò l'odore per molti mesi, così come
pure l'ambiente in quel momento era pervaso di quel soave profumo che
sempre accompagnava la presenza di Dali. Ma al ritorno dalle nozze
avemmo pure la bella sorpresa di vedere tale apporto fotografato in
formazione durante la seduta. Esso è presente nel primo libro dei
Cerchio Firenze 77 “Dai mondi invisibili”, fra gli apporti inseriti e
fu il primo di una lunga serie che si è avuta.
Che dire infine dei molteplici "miracoli" cui ho assistito! La
formazione di oggetti addirittura nelle mani del futuro possessore!
Anche il Dr. De Boni vide formarsi un cucchiaino d'argento nelle sue
mani! Ed ancora una pioggia di foglie di ulivo nella prossimità della
Pasqua, tante da formare un tappeto per tutta la stanza dove
avvenivano allora le sedute, ossia nell'abitazione di Ceppeto, dove
abitava la sorella di Roberto, Luciana Campani Setti abitazione che
poteva ospitare comodamente anche 30-40 persone. Tante eravamo negli
anni 1977 e seguenti. In altre occasioni, specie quando veniva Teresa,
abbiamo assistito persino ad una pioggia di profumatissimi petali di
rose bianche. Tanti gli apporti di varia grandezza e specificità
ognuno con un significato preciso per ogni suo fortunato possessore!
Ad esempio una fede di argento ben elaborata ad una signora che
proprio quel giorno compiva l'anniversario delle nozze d'argento e
regalata dal marito deceduto.
Ma di queste cose e altre potrà, il lettore trovare
anche nei libri.
Vorrei a questo punto precisare che senza l'insegnamento di Claudio
del "conosci te stesso" non avrei potuto seguire, e tanto meno capire,
l'insegnamento dei Maestri;insegnamento che non è unicamente mentale
anche se tramite la mente avviene l'apprendimento, ma una cosa è
capire, altra è comprendere. Voglio fare qui una premessa essenziale,
cioè: che ognuno da questo insegnamento ne prende soltanto la parte
che gli è necessaria (e proprio questo ne costituisce la grandezza)
quindi non sono certo a dire verità comprese ma solo a testimoniare.
Fatta così questa doverosa premessa passo a riferire cosa ha dato a me
questa esperienza. Intanto il conosci te stesso che non è una sorta di
conoscenza psicanalitica ma semplicemente un'osservazione di ciò che
comunemente nascondiamo a noi stessi; ognuno crede, vuole essere,
avere una certa personalità e si atteggia a quella ma il suo vero
essere è diverso e recitando quelle/a parte/i s'illude così tanto da
impedire al vero sé stesso di manifestarsi, se non in momenti di vera
tensione dove il controllo viene meno e quindi, come dice François,
scappa fuori il vero essere in tutto il suo portato nascosto. Ordunque
nell'osservazione di ogni nostra azione, pensiero, intenzione è
possibile scoprire chi siamo veramente e questo solitamente non sempre
è positivo, non piace al nostro io che non vuole essere indagato.
Dal momento che viene iniziato questo processo che diviene poi
un'abitudine, ecco che già conoscendosi un po' meglio l'essere umano
inizia a fare un percorso più consapevole di sé, sfrondando moltissimi
aspetti, talvolta anche indotti, abitudinari e non utili alla sua
vita, processi anche ripetitivi e dolorosi che non portano che ad una
sofferenza fine a sé stessa. L'effetto conseguente alla legge del
karma non ricade in maniera subitanea dopo aver commesso l'errore, ma
giunge solo al momento giusto ai fini della comprensione (pertanto in
tempi anche assai lontani, in termini di vite, dall'accaduto), cioè
quando il soggetto è in grado di comprendere dall'esperienza subita.
Da ciò si comprende la misericordia dell'Assoluto che non punisce i
suoi figli, ma li corregge con il dolore soltanto come ultimo rimedio
per acquistare la comprensione.
Il processo del conosci te stesso, che non ha (o non dovrebbe avere)
termine nel corso della nostra esistenza, può persino diventare
divertente quando per esempio si osserva questo io che, come un bimbo
ruba la marmellata e pensa di non essere scoperto, si sforza di
apparire “bello” nelle sue molteplici poliedriche esibizioni e di
passare inosservato quando è “brutto”. Ma proseguendo con il conosci
te stesso, l'io risulta sempre meno preponderante e quindi consente di
lasciar posto al conoscibile, all'intuizione, al canale del sapere,
allo spaziare verso la comprensione.
Certo: la vita è maestra e pure l'esperire e, talvolta anche i
passaggi stretti, i distacchi, i dolori non vengono certo lesinati,
poiché il karma doloroso è una legge Divina che non può essere elusa,
ma la sua conoscenza fa sì che il dolore viene sentito, vissuto con
meno intensità, conoscendone il suo valore e non tentando di andare
contro corrente, intuendone il perché, ritrovando la fede in un Dio
giusto, Vero non attraverso i dogmi ma attraverso passaggi logici,
calzanti. Capire di essere dentro un Tutto inscindibile e quindi non
sentirsi più soli; non avere più nemici, perché capisci che non quelli
hanno veramente agito verso di te ma tu stesso, come in uno specchio
hai dato vita ad immagini che non potevano che riflettere la tua
immagine, la tua diversità, il tuo sospetto, il tuo sentirti nemico
dei tuoi simili e quindi di te stesso; al contrario, è liberatorio il
capire che veramente siamo tutti figli Suoi, parte di Lui, essere di
uno stesso essere come tante cellule di un immenso organismo, prima
inconsapevoli della propria importanza in questo movimento di vita
eterna eppure essenziali: tanto che se una sola di queste cellule
sparisse, dicevano i Maestri, ed è impossibile, tutto l'Esistente
crollerebbe!
E via via sempre più consapevoli in un sentirsi d'essere che mai
finisce perché mai nato, poiché se così non fosse, l'Assoluto non
sarebbe più tale con tutti i suoi attributi. Apparteniamo ad una Vita
mai iniziata, sempre viva che mai finirà in un Eterno Presente senza
tempo né spazio che da un sentirsi di esistere all'altro partecipa
alla Vita. Che cosa sono quindi i nostri nemici, i nostri veri
fantasmi se non creazioni della nostra povertà di sentire? E quanto
offuscamento produce il vivere solo di illusorietà create-percepite
dall'impossibilità di essere e non divenire? Riuscire a vivere il qui
ed ora, l'essenza del sentirsi di esistere, senza porci come fantasmi
nel domani da costruire e nello ieri ormai obsoleto e vissuto.
Vivere quindi l'attimo contingente quello che ci substanzia come
dicono Dali e Kempis nella lezione del Commiato di “Oltre
l'Illusione”. Di questa lezione, il commiato appunto, posso
testimoniare perché vissuta personalmente essendo stata molto vicina a
Luciana Setti Campani sorella del Medium Roberto Setti. Al momento
della correzione vi trovammo inserite queste pagine appunto intitolate
“Il Commiato” e con grande sorpresa vedemmo che erano state inserite
senza che alcuno di noi ne fosse a conoscenza, neppure il medium
Roberto Setti il quale poi, dopo ogni trance, accesa la luce della
stanza, con la grande umiltà e semplicità che lo contraddistinguevano
chiedeva: “Non è successo nulla??!!” mentre un profumo soave di
violette frammisto a rose inondava la stanza che ci ospitava. Questa
lezione era stata apportata miracolosamente, così come tanti
straordinari avvenimenti che coronavano il vissuto di questo evento da
noi chiamato Cerchio Firenze.
Firenze, Marzo 2009
Anna Maria De Angelis Landi
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