Di Giorgio Saviane
Articolo apparso sul N.293 del "Giornale dei Misteri" Marzo 96
(Da una realazione dello scrittore, fra i primi frequentatori delle sedute fiorentine)
Nel '49, a seguito della morte della mia compagna, cominciai a girare per tutta Italia cercando di comunicare con l'aldilà, ma ogni volta avevo delle delusioni enormi, che mi venivano proprio quando i medium mi "facevano parlare" con la scomparsa, perchè allora capivo che era assolutamente trucco; e questo nonostante fossi psicologicamente disposto e invogliato, e quindi più disponibile ad accettare che a rifiutare questo colloquio. Così, di circolo in circolo, una bella sera capitai al Cerchio Firenze 77; e lì, fin dall'inizio, fu tutto diverso: mi si disse concisamente che se cercavo dei colloqui con una persona precisa, non era quello il centro a cui rivolgermi perchè nel Cerchio Firenze 77 le entità non venivano chiamate, ma si presentavano quelle che erano disponibili; inoltre avrei dovuto essere preparato da colloqui con i componenti del gruppo. La cosa mi piacque subito, soprattutto perchè si capiva che il trucco era assolutamente declinato. Frequentai, quindi, questo gruppo di persone, ed ebbi sempre la sensazione che si facesse sul serio. E poi ci fu la seduta. L'impressione che ne trassi fu di un colloquio di alta moralità. Fui soprattutto colpito dalla bellezza dell'eloquio che non si poteva assolutamente attribuire al carissimo medium, allora giovanissimo, perchè parlare in quel modo cosi corretto, per tanto tempo, sarebbe impossibile anche per un grande professore di università; e lì non c'erano mai solo ipotesi, ma sempre intervento preciso, scientificamente preciso e soprattutto non predisposto, perchè chi faceva le domande ero io e certamente le domande, pur riflettendo la mia disponibilità, riflettevano anche il mio temperamento critico, un temperamento che aveva assolutamente bocciato tutte le altre sedute spiritiche e che non era disponibile ad essere indulgente nei confronti del Cerchio. Dopo molti anni i componenti il Cerchio, dalla raccolta di tutte le comunicazioni, trassero il volume Dai mondi invisibili. Lessi avidamente questo libro, che mi impressionò soprattutto per una teoria che io sentivo di avere dentro: secondo le entità del Cerchio Firenze 77 noi umani non siamo gli unici portatori dell'anima, ma lo psichismo esiste anche nei minerali, nei vegetali e negli animali. Ora, proprio quando usciva questo libro, venne resa nota la "teoria della relatività complessa", con la quale il fisico Jean E. Charon cerca di dimostrare teoricamente che lo spirito, o meglio il nostro psichismo, non è depositato in centri del nostro organismo, ma bensi negli elettroni; ed ecco il rapporto tra la moderna fisica e ciò che il Cerchio Firenze 77 da anni propugnava {Dai mondi invisibili p. 230)... nel cosmo nel quale viviamo tutto quanto esiste non è che una diversa conformazione dello spirito, base comune di ogni materia, unica e sola vera materia del cosmo: ... alla radice, sostanzialmente e strutturalmente è sempre lo spirito... . Lo spirito non è più visto in antitesi alla materia e nemmeno come prodotto della materia, ma esiste come un qualcosa che è nella materia. Per afferrare la teoria di Charon basta pensare che all'interno dell'elettrone e delle particelle elementari che compongono anche il nostro corpo, c'è lo spirito. Ed essendo lo spirito eterno, anche l'elettrone, portatore dello spirito, è eterno e la sua informazione si accresce sempre. Ma come avviene questa informazione? II mezzo più usuale di comunicazione per la materia e per lo spirito chiuso nell'elettrone è la telepatia, ed è importante capire come awiene questo processo perchè, viene detto, è un processo d'amore! E non lo dico io, che sono uno scrittore di romanzi, lo dicono i fisici: dicono che la forza eccitante a comunicare tra due elettroni, e a superare la divisione spaziale, è l'amore. Un dialogo, un colloquio d'amore. Ed è quello che il Cerchio Firenze 77 mi ha dato. Mi ricordo anche di una volta in cui uno di questi filosofanti, quelli che si credono filosofi e che non lo sono, che è intervenuto polemicamente a dissuadermi in presenza dei componenti del Cerchio Firenze 77, non ha trovato in essi quella risposta spregiativa che forse questo filosofante si meritava, ma sempre, anche allora, un'informazione di amore. |