COME NASCE E PERCHE’ VIVE
Di Fulvia Cariglia
Articolo apparso sul N.293 del "Giornale dei Misteri" Marzo 96
Fenomeni che, alla luce delle nostre attuali conoscenze scientifiche, dobbiamo ritenere paranormali (un termine su cui, peraltro, ci sarebbe ancora bisogno di mettersi d'accordo) appaiono un giorno in una villetta di Borgo San Jacopino alla prima periferia della vecchia Firenze. Il soggetto è un ragazzo che vive l'inatteso accadimento nell'incertezza dei suoi sedici anni e nell'affetto di una famiglia altrettanto costernata. Intorno alle sorprendenti espressioni paranormali del giovane Roberto, il quale in stato di trance parlava con voci dissimili esprimendo concetti impossibili ad attribuirglisi, si strinse per un certo periodo la sua sola famiglia e pochi molto intimi amici, testimoni ancor oggi di come la qualità, per così dire, "culturale" dei messaggi si evolvesse nel tempo in maniera tanto dissonante con la spensieratezza di uno studente, dalle letture e dagli interessi affatto filosofici, e la preparazione essenzialmente tecnica che acquisì da adulto. Il gruppo si aprì quindi ad altri che (in quegli anni del dopoguerra era frequente!) si interessavano al contatto con l'al di là per dolorose esperienze di vita, e le sedute vennero allora effettuate in casa di tali signori Carboncini, che offrivano ospitalità in un ambiente più grande. Quasi un ruolo da svolgere al momento opportuno per chi veniva pur casualmente ammesso, si presentò al gruppo il M° Maselli, corista di fama che, dotato di sue apparecchiature professionali, inseri nel Cerchio l'uso del magnetofono a filo, consentendo cosi agli interessati di rielaborare con maggior facilità le comunicazioni e al medium stesso di potersi "riascoltare" in quelle manifestazioni di cui, al risveglio, non ricordava assolutamente nulla. Sempre in forza di queste "coincidenze (oggi ci par di poter giudicare) acasuali , fu la volta, intorno al '50, di Silvio Viezzoli, allora studente in ingegneria, che fu il primo a redigere relazioni di ispirazione scientifica sulla fenomenologia. Entrarono dunque nel gruppo l'attrice Nella Bonora ed il dicitore radiofonico Corrado De Cristaforo, che con la loro abilità di leggitori svolsero un compito importantissimo nella comprensione delle comunicazioni che via via (era ormai l'anno 1954) erano diventate contenutisticamente sempre più complesse. Nel '60, quindi, Loreno Landi, assiduo frequentatore ed instancabile studioso della messaggistica, irriducibile critico allora come adesso di ogni sfumatura di essa che potrebbe configurarsi quale minima contraddizione. E poi, negli anni '70, sempre a seguito di incontri casuali e non voluti, un certo numero di studenti di diverse facoltà, oggi stimati professionisti come ad esempio il medico Carmen Bogliolo, l'awocato Dal Pozzo, gli architetti Serenella Bianchini e Amelia di Noto, studiosi sempre presenti delle "voci" medianicamente espresse. E cosi via, in un crescendo di impegnata partecipazione che è impossibile qui dettagliare. Si chiamarono CERCHIO, una parola di sette lettere che suggerisce la possibile immensità della sua grandezza; FIRENZE, dalla città ove ha avuto inizio il piccolo Cerchio che è poi diventato tanto ampio e che porta un nome, anch'esso, di sette lettere; 77, perchè due sette formano il cognome del medium. Una convenzione, certo, tanto per distinguersi in qualche modo nominalmente: Cerchio Firenze 77. Oggi il Cerchio e costituito da chiunque nel mondo sia venuto a conoscenza dell'insegnamento trasmesso attraverso quelle sedute medianiche (ciò che è stato reso possibile dalla pubblicazione integrale di esso in nove libri, e ne condividono la sostanza o, quantomeno, lo ritengono degno di attenzione e discussione. Molti di loro continuano a frequentare le riunioni mensili che, a distanza di dodici anni dalla morte del medium, ovvero dall'eventualita di assistere al fenomeno in diretta, non si sono mai interrotte. Eppure non c'è sede, non c'e organizzazione, alcun punto di riferimento fisso al Cerchio; tutto vi accade in modo spontaneo ed in funzione della volonta dei singoli di parteciparvi. Centinaia? Migliaia? Quante migliaia? Quanti sono oggi i cultori di quella medianità ormai finita, di quell'insegnamento sempre vivo? Non sappiamo con certezza, nè interessa quantificare l'insieme che, in questo contesto, le sue caratteristiche di genuinitā appaiono piu importanti. Tale č cominciata l'esperienza fiorentina cinquant'anni fa fra un gruppo di amici, tale č rimasta nella sua struttura ideale ora che ha varcato le rive dell'Arno. Sorda a proposte di interventi remunerati, insensibile a sollecitazioni di omeriche imprese editoriali, distaccata da qualsiasi altro fine che non sia quello di cercare di capire il senso vero di quelle complesse argomentazioni. |