Come si deve oggi educare un
bambino: la fine del mito del buon
bambino.
Ormai sappiamo che il bambino può
essere aggressivo, talvolta cinico e
addirittura crudele; sembra essere
nell'ordine generale delle cose che
lo sviluppo del bambino attraversi
queste fasi e che, quindi, gli si
debba permettere di sfogare, di
estrinsecare, in una certa misura,
questa aggressività.
Ora, la cosa importante è che i
genitori si adoperino per essere dei
buoni psicologi così da seguire e
scoprire quale può essere il
problema del momento; senza
esagerare e senza prendere le cose
con troppa ansia e apprensione, perï
seguendo con attenzione, perchè
questa cura, questa attenzione potrà
risparmiare in seguito molti
grattacapi, quando il bambino
crescerà e, divenuto giovanotto,
comincerà a pretendere la giusta
autonomia.
Io starei molto attento,
sorveglierei bene quali sono i
giochi del fanciullo e quale grado
di aggressività egli esprime in
questi giochi, proprio per capire
cosa c'è alla base. Non è una cosa
facile, certo, ma non c'è altro modo
per capire.
D'altra parte che il mito del
fanciullo buono sia caduto è logico,
se si pensa a quello che dicono i
maestri, e cioè che il contatto con
l'anima, con la coscienza di ogni
essere, avviene gradualmente. Prima
c'è, alla nascita, il contatto o la
presa di possesso del corpo fisico;
dopo, entro sette anni, si completa
perfettamente la sfera emotiva del
fanciullo; dai sette fino ai
quattordici si completa la sfera
mentale; e infine c'è la sfera della
coscienza. Si può dire che a 21 anni
circa l'essere è in contatto con
tutta la sua anima, con il suo
spirito.
Fino a quando la coscienza - per
coscienza i maestri intendono, voi
sapete, il retaggio della propria
evoluzione - non è in completo
contatto col completo retaggio
della sua evoluzione individuale,
può accadere che egli sia, nei
limiti dell'azione che può compiere
e nei limiti del suo mondo ristretto
e piccolo, più crudele di un uomo,
in certe manifestazioni; proprio
perchè ancora non è completo il
contatto con la sua coscienza.
E qui si torna al discorso che la
consapevolezza non abbraccia tutta
la coscienza dell'essere, la
coscienza intesa proprio come
retaggio di evoluzione, come
patrimonio spirituale.
Allora stiamo attenti a questi
ragazzi; il che non vuol dire, per
carità, soffocarli, nè essere troppo
apprensivi sapendo di un'azione
magari violenta; cerchiamo piuttosto
di capire quale può essere la
ragione per cui il bambino è
violento. Non sempre, c'è da dire,
questa violenza ha origine dentro di
lui, ma può essere suscitata
dall'ambiente nel quale vive; può,
cioè, essere indotta in lui dai
contatti con gli altri. La sua
lacuna, semmai, è quella di non
avere controllo.
Ma ad un fanciullo, ad un ragazzo
non si può chiedere l'autocontrollo
che molto spesso non ha neppure
l'adulto.
Quanto al karma che può conseguire a
questa violenza e a questa lacuna,
se ne può parlare solo sommariamente
e per principi generali: esso sarà
certo ben diverso da quello
dell'adulto nel pieno della sua
consapevolezza. Ricordate sempre che
quel che conta, che sta alla base, è
l'intenzione con la quale si fa una
cosa, per cui una stessa azione,
compiuta con intenzioni diverse,
origina karma, effetti diversi.
In un periodo storico così
difficile, cosa insegnare ai propri
figli, ai giovani?
E' un momento particolare quello che
state vivendo, nel quale hanno via
libera tutti gli istinti più
animali, e l'hanno in modo
incontrollato. Questo ha condotto
l'uomo a modificare la sua
concezione del mondo, delle
relazioni con i suoi simili,tanto
che quello che gli uomini credevano
pochi anni fa sembra appartenere ad
un mondo trascorso da più secoli.
Ben difficilmente oggi i genitori
cercano di insegnare ai loro figli
quelle che erano le regole morali
del passato, perchè quasi convengono
che l'avere una condotta retta non
porterà mai ai loro figli una vita
agiata, priva di problemi; al
contrario, costituirà proprio un
motivo di preoccupazione, di
frustrazione, di freno al loro
agire.
Certo, coloro che posseggono una
coscienza morale non possono essere
creature che osservano serenamente
il mondo nel quale vivono, in questi
momenti così densi di
preoccupazione.
Ma non necessariamente coloro che
hanno capito il vero senso della
vita, dell'esistenza, soffrono di
più; anzi, se veramente hanno capito
il perchè del tutto, allora ciò che
agli altri appare come una tragedia
senza un filo di speranza, ciò che
sembra assurdo e cieco nella sua
sorda crudeltà, diviene chiaro di
significato e più accettabile, più
giustificabile.
Non cadete mai nell'errore - e
ditelo a coloro che amate - di non
insegnare a vostri figli, ai
giovani, quello che le religioni
hanno racchiuso nel loro ideale di
alta moralità. Non pensate mai che
coloro che agiscono rettamente siano
castigati, rispetto a quelli che
vivono disinvoltamente nella
disonestà, nel furto e nell'inganno.
E' vero, oggi sembra che i tempi
premino coloro che non si fanno
scrupoli, chi cerca di arraffare
quanto più può, ma io vi dico che
non è lontano il tempo in cui gli
uomini comprenderanno che il
guadagno, il denaro, le amicizie
importanti, le posizioni di potere,
sono vuoti simulacri e che la gioia
che può dare una vita modesta
ma retta, umile ma con la coscienza
tranquilla, non sarà mai possibile
averla da azioni criminose.
Non è lontano il tempo in cui gli
uomini comprenderanno quanto
importante sia non l'accumulare, ma
vivere nella gioia di stare vicini a
coloro che si amano, con l'avere
tante relazioni vuote di
significato, ma cercare di trovarsi
in armonia con coloro che la pensano
come loro, come voi. Non è lontano,
fortunatamente, quel tempo. E dopo
tanti scandali - e ancora ne vedrete
- gli uomini comprenderanno che
l'uomo importante e di valore è
l'uomo retto e onesto, che riesce a
stare al potere senza arricchirsi
personalmente, che è in alto, tra i
massimi, per servire i minimi, solo
e unicamente per quello.
Possa quel giorno essere visto anche
da voi.
Ma se voi non avrete questa fortuna,
insegnate ai giovani, ai vostri
figli, ad attenderlo, ad aspettarlo,
a farlo desiderare a coloro che si
amano.