Ci sono tanti genitori che vorrebbero avere figli e non possono. Chiaramente si tratta di fatti karmici. Perdere un figlio in giovane età non è un karma per il figlio che lascia momentaneamente la terra, ma è un karma per i genitori; è un fatto che riguarda precedenti incarnazioni e che, in questa, trova il modo per allargare la coscienza individuale. Dopo una simile esperienza dolorosa, si comprende quello che non si era compreso prima e che ha portato a vivere appunto un'esperienza così amara.
Molti genitori, anche senza aver subito la perdita del figlio, ugualmente desiderano averne uno e non possono per varie ragioni. E' bellissimo essere i fattori del proprio figlio, essere le parti genetiche che danno il corpo al figlio; il fatto di sentire come proprio il figlio, in quanto da loro concepito, lega i genitori al figlio, ed è questo lo scopo cui la natura tende e che in tal modo raggiunge. I genitori possono aiutarlo, soccorrerlo, istituirlo, tenerlo con sè; se non lo sentissero loro figlio, non farebbero tutto quello che fanno. A un certo punto, perï, l'uomo evolve, matura. Siamo uomini di questa epoca, ci vantiamo della nostra civiltà: ma allora comportiamoci da adulti, cerchiamo di capire che senso ha dire "mio figlio" perchè "io" l'ho concepito. Non ha nessun senso, veramente. E' tuo figlio se lo tiri su dall'infanzia, se lo assisti con amore, se vivi con lui, lo vedi crescere, ti preoccupi per lui: allora sè, è veramente tuo, almeno nel senso affettivo, perchè nessuno è di nessuno: ognuno appartiene a se stesso e basta, in ultima analisi. Che senso ha, per esempio, che tu lo concepisca e poi lo abbandoni?
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