Quella
dell'amore che fa soffrire è una fase
transitoria. Se Dio vuole, il vero amore è
quello che fa gioire.
C'è
inizialmente quel desiderio di essere sempre
uniti all'oggetto del proprio amore, alla
persona amata; poi, fortunatamente, questo
desiderio cade, perchè la realtà è diversa e
conduce proprio a riconoscere che tra
l'amato e l'amante non c'è nessuna
separazione, assolutamente; c'è sempre una
unione anche quando non vi sia ancora
"comunione". E la cosa diviene priva di ogni
sofferenza, priva di quello stato d'animo in
cui ci si sente lontani, privati
dell'oggetto d'amore; diviene un'unione
continua ed è una cosa meravigliosa.
Questo
si raggiunge gradualmente. All'inizio si
chiama amore anche una forma estremamente
possessiva, che niente ha dell'amore vero e
proprio, perchè è solo il desiderio di
possedere una persona per farle fare quello
che si vuole e nient'altro. Poi, invece, è
chiamato più propriamente amore quello per
cui si comincia a vedere che la persona
amata ha bisogno della sua libertà, delle
sue esperienze, e si riesce ad amarla e a
non soffrire lasciandole la sua autonomia.
E
questa fase è ancora superata quando si
trova il senso della vera unione, in cui si
spegne ogni timore; anzi la gioia diventa
ancora maggiore quando vedi la persona amata
completamente libera di fare quello che vuole di se stessa, anche se
magari desidereresti che facesse quello che
vuoi tu.