L'APPORTO DI UNA SPILLA
Relazione del dott. Christian Paciscopi

 

Il giorno 20 novembre 1976, alle ore 22 circa, seduto alla sinistra del medium ho potuto osservare a poche decine di centimetri da dove il fenomeno si produceva, la materializzazione lenta di una spilla in metallo con superficie madreperlacea e maschera sovrapposta al centro.
Il medium aveva le braccia protese in avanti e le mani unite rivolte in alto. Queste plasmavano fra le dita una massa ectoplasmatica luminescente, della grandezza di un batuffolo di cotone (due, tre centimetri per lato), lo manipolavano come materiale plastico (pongo) particolarmente con i pollici, gli indici e i medi, trattenendo con le altre la sostanza nel palmo delle mani.
La punta delle dita e un terzo di queste apparivano con un alone luminescente che ne evidenziava perfettamente la forma e rendeva visibile anche le mani fino ai polsi.
Il movimento delle dita era abbastanza veloce, continuo e morbido, fluente, se così' si può definire. Dopo un minuto o due prendeva corpo una piccola massa rotondeggiante più  scura al centro e luminescente all'intorno, massa sempre plastica che s'ingrandiva lentamente, fino a raggiungere la dimensione dell'oggetto apportato.
Nel frattempo, il dott. Alfredo Ferraro scattava delle foto con pellicola ultrasensibile senza lampo. La Guida fisica lo invitava ad usare la massima apertura dell'obiettivo. Dietro nuova richiesta di fotografare con lampo, la Guida invitava a fare presto perché non poteva prolungare oltre l'esperimento e infatti subito dopo il lampo (durante il quale ho potuto intravedere l'oggetto materializzato fra le dita aperte del medium, con una superficie particolarmente brillante, superficie di madreperla che evidentemente aveva riflesso il lampo) la Guida ha pronunciato alcune parole:
"Basta, basta, l'oggetto si smaterializza, concentratevi".
Il medium era proteso in avanti e piegato verso la sua destra, notevolmente in tensione; la muscolatura del braccio sinistro, che io toccavo, contratta; sembrava molto affaticato e impegnato in uno sforzo di notevole intensità. Le sue mani continuavano a plasmare l'oggetto, non più visibile perché completamente racchiuso fra le dita come a proteggerlo; la luminosità di queste si accentuava, l'ectoplasma fuoriusciva dai bordi delle dita e dal contorno delle mani illuminandole completamente, vapori sottili si dipanavano da queste verso l'alto e si avvertiva odore di ozono. Dopo uno o due minuti, il medium si alzava in piedi e donava l'oggetto ad un partecipante, la dottoressa Serenella Rossignoli, indi ritornava al suo posto, mentre persistevano punti luminosi sulle mani, sulla camicia all'altezza del petto e punti vaganti. Punti luminosi continuarono a persistere per tutta la seduta. Fra l'altro, vennero trasmessi anche alle mani di un altro partecipante, per contatto delle mani del medium; alcuni punti erano ancora persistenti al termine e dopo il risveglio del medium in numero di quattro o cinque, distribuiti uno sulla guancia sinistra a mo' di neo, due sul collo al centro a destra e a sinistra del "pomo di Adamo", alcuni sul petto.
Ho toccate ripetutamente queste "particelle" lucenti, senza modificarne né la luminosità - piuttosto netta e intensa - né la dimensione. Dopo alcuni minuti sono scomparse del tutto come una luce che si spegnesse.