Tratto dal libro "Oltre l'illusione" - Edizioni Mediterranee
Vedo qua fra voi qualcuno che ha
vissuto l'incarnazione
Questa sera vorrei imitare i rivoluzionari francesi per quanto riguarda la questione dell'aborto. Cioè, guardare questa questione solamente dal punto di vista della logica e del buon senso, sceverandola da tutte quelle implicazioni religiose che la rendono scottante.
Voi direte: "che cosa c'entra la morale con la logica?". C'entra perché, vedete, la morale ha una sua profonda logica, tanto che quando si discosta da essa diventa immoralità. Perciò una cosa quando è assurda, anche se appartiene alla religione, è immorale. Non ha certo la pretesa di dare delle soluzioni folgoranti; sono troppo convinto che si tratta di questioni personali.
Ma mi piacerebbe sgombrare il
campo - come si suol dire - da tutte quelle false morali, quei
pregiudizi, quei preconcetti, quelle falsità, insomma, che travisano la
questione, per
Saggia
Si obietterà che nel caso
dell'aborto, della gravidanza, si è di fronte ad una vita esistente e
nessuno ha diritto di sopprimere un essere vivente. Lo Stato poi
dovrebbe prevenire e reprimere i delitti contro la vita. Certo sono
d'accordo, anzi sono d'accordissimo, sono così convinto della sacralità
della vita, che ne faccio un principio generale valido per ogni sua
forma, e non
Ma allora? Certi ideali morali non
sono così assoluti come si vuol far credere; pensavo che la vita fosse
così sacra - la vita altrui - da imporre di lasciarsi aggredire e
Ma voi mi dite che la difesa dei
propri beni o dei propri diritti è più importante della sacralità della
vita altrui. E qua sarebbe molto facile fare del sarcasmo! Ma vi chiedo
soltanto: se allora lo Stato ammette che quel principio così sacro,
passi in sottordine rispetto a motivi la cui fondatezza io non voglio
discutere, per quale motivo lo Stato dovrebbe
E qua si aprono tutte le capziose
discussioni sul concetto autonomo della vita dell'ovulo fecondato, sul
concetto di persona, su vita consapevole e vita inconsapevole. Questioni
tutte che fanno tremar le vene e i polsi, perché basti pensare che tutto
vive; dal cristallo che si cristallizza, alla cellula, al filo d'erba e
su su. E che ogni vita è sempre "consapevole", quanto meno a livello di
sensazione.
Vedete, posso anche essere
d'accordo con un'interpretazione estremamente rigorosa di ciò che può
danneggiare la vita; ma allora, il rispetto dovuto alle forme vegetative
umane come la vita di un ovulo fecondato, deve essere esteso - non dico
alla forma di vita vegetativa naturale, che sarebbe troppo pretendere -
ma almeno agli animali. Si cominci con l'abolire assolutamente la
caccia, non meno delittuosa dell'aborto nei confronti della vita.
Io credo che il vero delitto non
stia tanto nell'azione, quanto nell'intenzione; nella ragione per cui
l'atto è commesso. Perciò la questione dell'aborto è una questione
personale di coscienza, riservata ai soli interessati, e non può essere
regolata da leggi dello Stato le quali possono disciplinare i rapporti
fra cittadini - fra lo Stato e i cittadini - al fine di tutelare il bene
comune dei singoli, ma non pretendere di disciplinare il pensiero e la
coscienza degli uomini. Lo Stato non ha alcun interesse, né diretto, né
legittimo, né valutabile ecc. ecc. che possa giustificare
un'interferenza nella decisione dei genitori di non avere un figlio.
E poi la responsabilità dei
genitori non è grande solo quando essi decidono di non avere un figlio;
e più grande quando decidono di averlo, assumendosi automaticamente
l'imperioso dovere di educare il figlio con autorità, ma non con
sopraffazione; con amorosa pazienza ma non con lassismo, premiando ma
anche castigando, mirando a quello che essi ritengono il bene del
figlio, e non solo
I genitori hanno l'obbligo di dare
al figlio il necessario, che è più dell'indispensabile e meno del
superfluo. Perciò oltre che la loro forza d'animo, debbono valutare le
loro possibilità economiche, ed in base a tutti questi elementi,
decidere quanti figli avere o non avere. Dal punto di vista dei genitori
è molto più crudele far nascere un figlio negli stenti, che non farlo
nascere affatto. I genitori debbono essere lasciati liberi di decidere
secondo coscienza, perciò la loro volontà non deve essere coartata da
propaganda di alcun genere, in special modo di quelle atte ad
incrementare le nascite per fini nazionalisti, razziali e perciò
razzisti.
Vedete, che vi siano delle donne che non sanno rinunciare alla maternità, pure essendo affette da gravi malattie ereditarie - sperando che nel frattempo la medicina progredisca tanto da prevenire, o per lo meno curare le infermità a cui potrebbero essere assoggettati i loro figli - è abbastanza grave. Ma che certi casi siano gabellati dai moralisti come fulgidi esempi da imitare di puro amore e istinto materno, è semplicemente mostruoso.
Questo ci fa riflettere sul fatto che affidarsi alla coscienza degli uomini significa supporre, o presupporre, che si tratti di esseri responsabili, ma il che non è fatto abituale. Allora, quando manca la coscienza, torna necessaria l'imposizione esterna della norma: allora la norma deve essere limitativa delle nascite che possono avvenire ad opera di genitori irresponsabili, e non il contrario. In ogni caso vale il principio che la legge deve essere fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge.
Cesso di scandalizzare i
moralisti, ma prima vorrei rivolgermi a tutti i probabili genitori e
chiedere: "Per quale motivo volete dare la vita? Perché così si deve
fare? Per esibizionismo?
Oppure non li volete perché le
vostre condizioni economiche sono veramente problematiche e temete di
non avere il necessario da dare ai vostri figli? Capisco il vostro
dubbio; vorrei aiutarvi ma non posso, perché ogni caso è un caso
particolare e spetta solo agli interessati risolverlo in sincerità,
nella speranza, ma anche nell'incertezza, di chi non sa che cosa il
futuro può riservargli di bello o di brutto. Posso solo assicurarvi che
nella pura intenzione altruistica non c'è peccato.
E a quelli che non vogliono figli
solo perché i figli sono scomodi, creano preoccupazioni, complicazioni,
magari fanno apparire più vecchi, chiedo: "Perché optate per la non
vita, per la morte? Per il vostro egoismo? Siate per la vita, per la sua
crescita, per il suo domani! Adoperatevi a migliorarla vivendola e
facendola vivere. Amatela e difendetela anche se costa, date ad essa lo
spazio e la fiducia che merita, perché la vita è il più gran dono!
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