Articolo apparso sul N.293 del "Giornale dei Misteri" Marzo 96
Un discorso a parte, in quanto si esce dal campo dei fenomeni fisici, va fatto per quelli che sono chiamati "casi di identificazione", ovvero quelle manifestazioni di defunti, sconosciuti a tutti i partecipanti alla seduta, che forniscono notizie sulla propria vita passata o su altri fatti, di cui gli astanti non sono a conoscenza, e su cui in seguito vengono fatte verifiche e si ottengono prove concrete. Ad esempio, in una seduta si presentò l'entità di un uomo che diede le sue generalità complete - nessuno dei presenti l'aveva mai conosciuto nè sentito nominare -; precisò l'indirizzo di casa e la data del suo trapasso avvenuto qualche mese prima. Era molto agitato, ansioso, pregò i presenti di farlo parlare con sua figlia Italia. Con molta cautela furono presi contatti. I dati comunicati dall'entità corrispondevano perfettamente e la figlia, a sentirsi chiamare Italia, si commosse: solo il padre la chiamava con il suo nome per intero; familiari e amici la chiamavano più brevemente "Lia". Italia ebbe l'incontro con suo padre, il quale raccomandò che i familiari discutessero con calma, affetto e serenità degli interessi lasciati, purtroppo, un po' intricati a causa della sua prematura scomparsa. Fu chiaro che il trapassato era in quello stato d'ansia per il disaccordo che vedeva tra i suoi figli. Un altro caso di
identificazione ci viene narrato da uno dei primi partecipanti alle sedute
del Cerchio Firenze 77: "Durante una riunione, dopo l'insegnamento trasmessoci
dalle Guide, il medium in trance cambiò voce e si manifestò
un'entità maschile con un timbro un po' debole:
Fu Lilli a risponderci durante una seduta successiva (Lilli era una entità bambina, trapassata in tenera età, che interveniva a quasi tutte le riunioni, giocando e scherzando vivacemente con tutti; uno spiritello arguto e allegro che stemperava le forti emozioni che talvolta si producevano, magari per l'incontro con un caro trapassato, e alleggeriva l'atmosfera con la sua presenza frizzante (ndr): l'uomo soffriva perché vedeva la madre tanto addolorata e poi non avrebbe voluto morire così giovane e si aggirava continuamente intorno al "negozio"; Sandra B. non poteva fare altro per lui che continuare a pregare. La donna ci disse che Mintrini non accettava di dover morire perché lasciava una giovane moglie e tre figli piccini, mentre cercava accanitamente di far prosperare il suo negozio per il sostentamento e la sicurezza della sua famiglia". In un altro caso vi fu un epilogo commovente. L'entità di una giovane donna si era presentata, nome, indirizzo, data del trapasso: "I miei mi piangono sempre, vi prego, dite a mio padre che non pianga più". Nessuno tra i componenti della nostra cerchia conosceva la defunta, e nessuno conosceva la vicenda della morte di questa ragazza, avvenuta del resto molti anni prima. Un'amica trovò conferme sui dati lasciati dall'entità, ma nessuno del gruppo trovava il coraggio di recarsi presso i familiari per raccontare così, di punto in bianco, che si era manifestata la loro cara scomparsa. Finalmente, trovandosi nei paraggi della casa e ricordando le parole della ragazza defunta, uno della cerchia sentì di dover parlare con quei familiari disperati. Fu tutto molto semplice: parlò prima con il padre e con lo zio e in un secondo tempo, preparata dai congiunti, anche la madre volle sapere come si era svolta la manifestazione, tanto più che nessuno tra di loro si era mai occupato di fenomeni spiritici. Tutto corrispondeva esattamente; il trapasso era avvenuto improvvisamente, per emorragia cerebrale. La madre descrisse lo strazio che ne era seguito per tutti loro e specialmente per il padre che se ne era ammalato senza più ristabilirsi del tutto. A quel punto la signora ha voluto mostrare alla nostra amica la stanza nella quale erano amorosamente custoditi i mobili e gli oggetti appartenuti alla figlia; le pareti erano ricoperte da fotografie e ritratti di questa bella e fiorente creatura morta a ventiquattro anni. E proprio in quella stanza, al momento del commiato, mentre la madre ringraziava la nostra amica per il messaggio recatole, un intenso profumo di giacinti le ha avvolte e ha inondato tutta la camera, destando profonda meraviglia e commozione. La sera del 27 aprile 1972 si manifestò una voce sconosciuta: "... E’ da
tempo che desidero parlarvi. Fui Francesca Bufalini Tolomei e trapassai
a Pirenze nell'Aprile del 1852. Dunque centoventi anni fa, rispetto a voi.
La voce era particolarmente bella, serena ed affettuosa. Lieti di contraccambiare il suo sentimento per noi andammo alla ricerca della sepoltura, la mattina presto, in Santa Croce. Mentre, incerti se cominciare da destra o da sinistra, cercavamo di orientarci, inavvertitamente una di noi, che si era fermata alla base di uno dei tanti loculi posti nella pavimentazione del grande corridoio prospiciente la Sacrestia, chinò il capo: era il terzo da sinistra e, non senza emozione, potè leggere laseguente scritta tombale: Qui giace nel sonno dei giusti
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